L’individuo, gli altri, il tutto

Un brano tratto da Figli dell’Istante il libro di Paolo Menghi da poco ripubblicato dalla SIND

L’esperienza dell’individuo rispetto agli altri ha due livelli: uno è quello della fusione indifferenziata inconsapevole: materia senza luce. L’altro è l’unione che accoglie totalmente l’individualità cosciente: luce nella materia. La prima non ha né scontri, né confronti, né frizioni: è una quiete ottusa. La seconda possiede una luminosa intelligenza che ha il suo prezzo in un altissimo attrito.

Quando l’individuo aumenta i sui livelli di interazione con gli altri, c’è un aumento della complessità. Di qui nasce attrito e se non ci si sottrae a questa intensità si assiste contemporaneamente ad un aumento della consapevolezza. Ed insieme ad essa emergono livelli di coscienza diversi, ma interconnessi.
Da questa intensità l’uomo inizialmente cerca sempre di scappare e per riuscirci tenta di allontanare l’attrito eliminando la complessità, banalizzando o isolandosi, oppure abbassando la propria e l’altrui, e rifugiandosi nella confusione. A volte tenta invece di ritrovare la quiete scindendo l’esperienza intensa della complessità consapevole in parti separate tra loro.
Ma chi riuscirà a mantenere nel tempo il contatto con una complessità consapevole, svilupperà la semplicità dell’unità e il potere della realizzazione umana. Provate a non scappare più, e ad un certo punto il vostro dialogo interno cesserà e lascerà spazio all’interezza. Emergeranno allora ampiezza, forza e reale intelligenza. 

da Figli dell’Istante, Paolo Menghi, Normodinamica Edizioni, 2014 p. 170 

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