La Normodinamica nelle età della vita (17/05/2013)

Giornata di studio
Roma, 17 maggio 2013
Introduzione a cura di Matilde Mattia, relazioni a cura di Angela Attianese, Federica Cervini e Valeria Vicari

Relazioni: “Accompagnare la gravidanza e la nascita”, a cura di Angela Attianese;
“La Normodinamica nella terza età”, a cura di Federica Cervini e Valeria Vicari

Abstract

Accompagnare la gravidanza e la nascita
A cura di Angela Attianese

Qualsiasi percorso di accompagnamento alla gravidanza e alla nascita non può prescindere dal contesto nel quale le donne si trovano a partorire in quanto, mai come al momento della nascita, il contesto è in grado di influire pesantemente sul processo fisiologico e quindi sui due principali attori, madre e bambino, lasciando tracce anche pesanti su entrambi. 

La maggior parte delle società umane ha strutturato rituali che interferiscono nella relazione madre-bambino al momento della nascita. Tali rituali vanno dal taglio precoce del cordone ombelicale al ritardare il momento in cui il bambino si attacca al seno della madre o, negli ultimi anni, a sottoporre il bambino ad esami di routine subito dopo la nascita interrompendo il processo dell’imprinting. 

A partire dagli anni settanata-ottanta inoltre, si stanno intensificando modalità di supporto alla futura mamma che incidono anche sul periodo della gravidanza e del parto e di fatto stimolano uno stato di ansia e preoccupazione che rende poi difficile l’andamento fisiologico del parto.

Il parto è un processo involontario che, se si svolge nel rispetto della fisiologia naturale, si conclude col suggello di un sano attaccamento per la coppia madre-bambino mentre in caso contrario rende il processo dell’attaccamento pieno di ostacoli.

Partendo da questo quadro di riferimento quindi, un approccio Normodinamico al periodo della gravidanza e della nascita non può limitarsi a mio avviso a supportare le modifiche psicofisiche prodotte dalla gravidanza, ma deve anche aiutare la donna ad essere consapevole dei propri bisogni e di quelli del bambino e delle priorità che la madre e la coppia intendono darsi per soddisfarli.

Nella relazione saranno illustrati:

– l’approccio corporeo connesso a Vairagya Yana che è stato seguito per portare la consapevolezza sui cambiamenti psicofisici e sui diversi bisogni che emergono durante il periodo della gravidanza

– l’uso dell’ascolto, della meditazione e del respiro per allenarsi ad entrare in uno stato di rilassamento profondo che supporti la fisiologia del parto contribuendo ad escludere il cervello razionale dal processo

– l’uso di visualizzazioni e meditazioni che aiutano la madre ad essere consapevole della profonda relazione che ha col proprio bambino

– alcune modalità di supporto che il partner può offrire alla madre durante il parto e immediatamente dopo

– le informazioni che vengono date alla coppia sulla fisiologia del parto e sull’allattamento, che chiariscono anche il contesto a cui si fa riferimento

– il percorso a sostegno dell’imprinting.

 

 

La Normodinamica nella terza età
a cura di Federica Cervini e Valeria Vicari

Chi si avvicina al metodo normodinamico dopo i 65 anni nella maggior parte dei casi porta una richiesta di lavoro a mediazione corporea, con degli obiettivi di natura conservativa: conservare forza, flessibilità, tono muscolare, coordinazione, capacità attentive. Sia al primo colloquio che nel procedere del lavoro vengono spesso esclusi approfondimenti di natura relazionale o meditativa, per i quali sembra “non essere più tempo”. Eppure, sebbene il setting sia formalmente meno strutturato e più giocoso rispetto ai corsi di Normodinamica rivolti agli adulti, lo scambio assume di frequente uno spessore esistenziale maggiore, come se questi studenti fossero portatori di una richiesta più aderente e sincera, meno ambivalente e conflittuale, nonché meno astratta: il bisogno che li accompagna è trovare piacevolezza e benessere spendibili rapidamente, con un riscontro verificabile.

A partire dal racconto di un’esperienza didattica pluriennale in questo ambito, l’intervento, a due voci, esplorerà alcuni assi tematici verso una riflessione condivisa sui contenuti e le forme più armoniche per un lavoro normodinamico nella terza età:

– La revisione esistenziale, il collocarsi nel tempo: il lavoro interiore dell’anziano, nel rapporto con la propria storia e con il relativo futuro. Spesso l’anziano di oggi non vive una condizione sociale tale da poter diventare portatore di esperienza e competenze, ma un lavoro di valorizzazione delle risorse e dei punti di forza, insieme con un atteggiamento di cura e di rispetto dei limiti, può promuovere un rilancio del valore della sua presenza con un ruolo significativo e nutriente in ambito familiare e sociale.

– Un rapporto nuovo con un corpo che cambia: accettazione dei limiti, valorizzazione delle risorse, esplorazione degli stili energetici, consapevolezza degli automatismi.

– Le modalità dell’apprendimento motorio: ascolto delle parole o imitazione visiva?

– Apprendere nuove azioni o ricordarne di antiche?

– Il “fattore ottimismo” nella promozione della salute.

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