Approcci teorico-pratici a sostegno della prassi Normodinamica (27/02/2016)

Giornata di studio
Roma, 27 febbraio 2016
Interventi di Federica Angriman, Francesca Anzidei, Valeria Vicari

Programma: “Attaccamento adulto”: un approfondimento sugli stili relazionali e sulla
relazione tra modelli operativi interni e coerenza narrativa, a cura di Federica Angriman“L’analisi della domanda nella relazione d’aiuto”: spunti di riflessione per la pratica Normodinamica, a cura di Francesca Anzidei; “Yoga dolce”, a cura di Valeria Vicari

ABSTRACT

Federica Angriman
Attaccamento adulto: un approfondimento sugli stili relazionali e sulla relazione tra modelli operativi interni e coerenza narrativa

La teoria dell’attaccamento di John Bowlby a partire dalle sue radici storiche alle più recenti evoluzioni e prospettive in ambito clinico e di ricerca, fornisce un’importante chiave di lettura sulle modalità relazionali, sulla vita affettiva e sui modi di intendere e vivere la genitorialità dell’adulto. Questo paradigma mostra come il percorso evolutivo dell’individuo si debba confrontare con l’eredità delle sue esperienze precoci di attaccamento. Prendono il nome di “modelli operativi interni” le rappresentazioni di sé e dell’altro nelle relazioni che organizzano le informazioni rilevanti in tema di attaccamento. La loro funzione è di orientare il bambino, e più tardi l’adulto, all’interno della relazione sulla base di aspettative di risposta, permettendo di prevedere il comportamento dell’altro e di guidare le risposte individuali, specie in situazioni di ansia e di bisogno. Essi dirigono non solo il comportamento e le emozioni ma anche l’attenzione, la memoria, e i processi cognitivi. L’elaborazione e applicazione dell’Adult Attachment Interview – un’intervista semistrutturata all’adulto sui temi della sua infanzia –, ha dimostrato infatti che queste rappresentazioni di sé e dell’altro si manifestano anche nell’organizzazione del pensiero e del linguaggio relativi all’attaccamento, con particolari risvolti sulla coerenza della narrazione.

Approfondiremo questi temi cogliendo i punti di connessione con la prospettiva evolutiva normodinamica, tra cui l’attenzione alla dimensione intersoggettiva della persona, alla sua storia familiare e alla formazione dei legami nella trasmissione intergenerazionale, per aprire domande e confronti a partire dalle proprie esperienze personali e professionali, e stimolare nuovi approfondimenti, connessioni e ricerche.

 

Francesca Anzidei
L’analisi della domanda nella relazione d’aiuto: spunti di riflessione per la pratica Normodinamica

Dopo aver definito cosa si intende per “analisi della domanda” in psicologia clinica, ambito nel quale si è inizialmente sviluppata, si discuterà della sua utilità e dei presupposti per la sua applicabilità all’interno del contesto più ampio delle relazioni di aiuto.

Si proseguirà interrogandosi sul contributo che questo concetto sia in grado di offrire a chi si occupa di percorsi evolutivi in senso ampio e in conclusione verranno proposti spunti di riflessioni e parametri di riferimento per aprire una discussione condivisa sull’opportunità e i limiti di applicabilità dell’analisi della domanda nella pratica Normodinamica.

 

Valeria Vicari
Yoga e dolore

Il motivo che nella maggior parte dei casi spinge ad intraprendere un percorso di ricerca attraverso la pratica dello yoga è il dolore, in senso ampio: dal dolore più strettamente fisico a uno stato di sofferenza psichica, che trova comunque nel corpo le sue corrispondenze.

Patanjali, nel testo Yoga Sutra, affronta l’argomento attraverso la teoria dei Klesha, dove definisce il dolore come uno degli impedimenti all’elevazione della coscienza. Il processo che Patanjali indica come necessario per il superamento della condizione di sofferenza passa attraverso la conoscenza, quindi la capacità di incontrare e affrontare la tendenza a identificarsi con le cause e gli effetti della sofferenza stessa e trascenderla.

Nel percorso Normodinamico, la acquisizione di competenze che ci rendono capaci di contattare, riconoscere e trasformare gli stati emotivi che accompagnano i passaggi critici, e nello stesso tempo l’attenzione e la pratica rivolte al corpo e al suo stato di salute fisica emotiva e psichica, mirano al raggiungimento di una condizione di consapevolezza, accettazione, potenzialità di ciò che si incontra e si conosce di se stessi.

All’interno di questo processo, il dolore fisico è una componente importante che ci offre spunti di ordine diverso: da un lato fornisce informazioni sulla struttura sui limiti, sul rapporto soggettivo che abbiamo con esso, dall’altro rappresenta una porta d’accesso, un piano su cui è possibile aprire un dialogo che, mediato dalla pratica, ci consente di rivisitare l’esperienza dolorosa, leggerla, e modificarla.

Articolo completo
Yoga e dolore SIND_Vicari2016

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